La primavera vuol dire la pioggia, ma anche i primi amori…come quello tra la mia figlia e l’ombrello.
Le lunghe gite in bicicletta nei tardi pomeriggi, quando l’aria non è ancora fredda e la luce risplende di quel bel dorato che rende la pedalata silenziosa quasi magica.
E poi i sono loro…i primi “paveri, mamma paveri” rossi.
Timidamente cresciuti dietro la staccionata di legno.
Esistono poche cose in grado di donarmi un sorriso nelle giornate pesanti come è la vista su un campo di papaveri. Quel rosso così brillante, reso ancor più forte dal verde vivo del erba.
C’è qualcosa di incantevole nella loro fragilità…
Qualcosa di melanconico…
…che inspira la poesia attraversando le lingue è paesi per 
ritrovarsi sempre nel stesso contesto triste.